La UE richiama l’Italia per il mancato recepimento della direttiva 2010/31/Ue
La Commissione ricorda a questi Stati che la direttiva, conosciuta anche come “EPBD” – Energy Performance of Buildings Directive – doveva essere recepita a livello nazionale entro il 9 luglio
La Commissione ricorda a questi Stati che la direttiva, conosciuta anche come “EPBD” – Energy Performance of Buildings Directive – doveva essere recepita a livello nazionale entro il 9 luglio 2012. Con il recepimento della nuova direttiva, “gli stati membri devono stabilire e applicare requisiti minimi di efficienza energetica per gli edifici nuovi ed esistenti, assicurare la certificazione di tali requisiti e prevedere la regolare ispezione dei sistemi di riscaldamento e raffrescamento”.
La direttiva EPBD, inoltre, “impone agli stati membri di garantire che entro il 2021 tutti i nuovi edifici siano ‘a energia quasi zero’”. Nel caso in cui l’Italia e gli altri tre Stati interessati non dovessero recepire la direttiva entro i prossimi due mesi, la Commissione potrebbe decidere di rivolgersi alla Corte di giustizia europea.
E per il nostro paese sarà assai difficile rispettare i tempi: non dimentichiamoinfatti che la delega al Governo per il recepimento della nuova direttiva, contenuta nella ''Legge Comunitaria 2011'', era stata approvata dalla Camera il 2 febbraio 2012 ma si era poi irrimediabilmente incagliata presso le Commissioni del Senato. La questione quindi passerà con tutta probabilità al nuovo parlamento, che tra l'altro dovrà anche fare a meno del vecchio sistema delle ''leggi comunitarie'': la recente legge 234/2012 ha previsto che dal 2013 l’Italia assicurerà il periodico adeguamento del proprio ordinamento normativo a quello europeo attraverso la “legge europea” e la “legge di delegazione europea”.
Fonte construction21 (Filippo Franchetto - Nextville.it)